venerdì 4 gennaio 2013

Lasciarsi Travolgere.

Respirare. Annegare. Fumare un po’. Farsi male. È crudele pensare che si deve morire e poi si muore comunque. Alle volte quando la città trema nel silenzio delle 4 hai la sensazione di essere sola, completamente sola, in una scatola di vetro, i palazzi sono pezzi di cartone, le strade puro accidente, non c’è ombra che si depositi sull’asfalto, cammini e ti senti morire e vuoi morire e perché morire quando poi si muore comunque. In strada il tuo respiro è il linguaggio di Babele, a tratti dimenticato a tratti forbito, il pesce rosso di Adams Douglas ricorda come rivolgersi agli estranei delle galassie, tu no. La sigaretta non brucia più, le parole sono mute, la tua sciarpa psichedelica si perde, panni appesi ai balconi, suicidi appesi ai pali della luce, illuminazioni e mutande sui balconi della città in fiamme. Hai i capelli rossi, le guance rosse, gli occhi rossi. L’asfalto nel cuore, l’asfalto in cui i rumori si attutiscono, le case che si crogiolano nello sfacelo, lo sfacelo ti lacera la carne, le tue guance così verdi che rasentano l’assurdo, putredine, peccato originale, le tue gambe poco fili molto informi. Le stelle sono fisse attaccate con l’adesivo, penzolano come cazzi mosci, ti inseguono, ti cadono addosso, hai paura ma perché aver paura, sapevi che sarebbe accaduto. La sigaretta si spegne , è un mare di cenere quello di cui ti sporchi. Acido fenico, acido cloridrico Lucy in the Sky with Diamonds , l’ipod è già scarico, le parole sono dimenticate. Se tu diventassi completamente sorda, se tu non potessi più ascoltare gli altri, se ti perdessi nella voce nella tua mente allora sì che saresti finita. Potresti urlare aiuto e strapparti le labbra a morsi e non ti sentiresti. Se tu fossi sorda forse troveresti il coraggio per. Ti calmi, ti riprendi, ti sorprendi che comunque vada non ci sono macchine né cani né persone né maschere o manichini, sola, completamente sola, la città è un discorso con troppi periodi incatenati, le tue mani così bianche, la voce che sa tremare, le parole incastonate e le tue ciglia, un abisso di terrore, la terra che si sfalda e ti inghiotte nel suo ventre, gli appartamenti pieni di orchidee, le televisioni che palpitano in un crepitio di cristalli liquidi. Esseri dormienti, scrittori della notte, birra e allucinazioni, c’è chi fa sesso oltre quelle finestre, chi si ama da solo, chi non ha nessuna voglia di esistere, e tu sei tutti loro e nessuno di loro e per questo li ami e per questo vorresti saper amare. Sola e ancora sola, calcare le strade silenziose è come lasciarsi travolgere da un tir, ma non per questo smetterai di camminare, o combattere o morire, meglio tentare la guerra che concedersi all’inevitabile fine. Se un senso ci fosse quale sarebbe? M// Come lasciarsi travolgere per lasciarsi aiutare.