sabato 27 agosto 2011

E' da ieri sera che avrei dovuto scrivere qualche parola su "Delitto e Castigo". Prima di tutto, come tutti i libri che per me hanno significato qualcosa oltre alla semplice commozione temporanea dopo averli terminati, questo romanzo è stato il Titano contro il quale ho lottato costruendo la peggiore delle barricate, issando una caterva di pregiudizi, mobilitando la noia e la puerile convinzione che fosse solo la storia di un delitto e di un castigo qualunque, che oltre al furore e alla vergogna del protagonista non avrei trovato un bel niente. Solo nomi russi, incomprensibili, irripetibili.
Era capitato con Marquez, era capitato con Hugo, qualsiasi cosa mi avessero consigliato la distruggevo a pura inezia, se piaceva a tutti allora doveva essere davvero stupido, e poi si sa che il tempo è il miglior cemento e gonfia e irrigidisce i nomi rendendoli più grandi di quanto non siano effettivamente stati. Questo mi dicevo, e tuttavia volevo leggere il romanzo, perché è uno di quelli che "si deve leggere", tutti lo conoscono, tutti lo avevano letto per formarsi un'opinione. L'edizione del libro che comprai risale al 2006. Sono passati 5 anni pieni senza che io riuscissi ad andare oltre pagina 200.
Sono tuttavia sempre stata certa che le cose arrivano proprio al momento giusto, che a volte coincide con quello più sbagliato, per permetterti di vedere oltre l'abisso che ti attanaglia uno spiraglio di salvezza e beatitudine.
Così stavolta intrapresi di nuovo la lettura del romanzo, quasi ossessionata giunsi dalla prima sera a pagina 100. Al mattino dopo ero a pagina 200. La sera a pagina 350. Ci vollero circa 3 giorni per completarlo, molto meno per rendermi conto di quanto Raskolnikov mi assomigliasse. Questa è la storia di un ragazzo che vede il mondo diviso tra grandi uomini e pidocchi. I grandi uomini sfuggono alla legge, e per far valere le loro idee sono legittimati anche a compiere azioni cruente. All'inizio della vicenda Fedor ci fa credere che sia per la fame, per non pesare sulla famiglia, per poter continuare gli studi che Raskolnikov uccide una strozzina, e sfortunatamente anche la sorella della vecchia, che si trovò in casa durante l'avvenimento dell'omicidio, dopo circa 400 pagina sappiamo che lo fece solo per dimostrare a se stesso di poter essere un Napoleone, non un pidocchio. Ma nel doverselo dimostrare, e nel rendersi conto che avesse compiuto un'azione non di certo mastodontica egli cade in uno stato malsano di incubo, preda dei nervi e della malattia, a tratti infervorato e intrattabile e in altri mite e docile da esser penoso, ma sempre preservando i suoi modi arcigni e un senso di distacco assoluto dalle cose e dalle persone. Finché non fa la conoscenza di Sonia, una ragazza costretta a vendere il suo corpo per sostenere le spese della sua famiglia sventurata, timida e sventurata, dal viso angelico e infantile e dal cuore grande. Non c'è malizia in lei, non c'è disprezzo verso coloro che l'hanno costretta al disonore, è diciamo, la donna angelo e cammina vestita di stracci. E' quanto di più lontano dall'immagine di una Beatrice per come l'ambiente l'ha resa miserabile, ma ancora più per questo la sua bontà e la sua fede incorruttibile spiccano sulla lordura, contrapponendosi all'ateismo e alle teorie malsane di Raskolnikov.
Sonia salva Raskolnikov, convincendolo prima a confessare il misfatto, e poi ad accettare la sua sorte, i lavori forzati, e soprattutto il pentimento.
Non c'è un attimo in cui si dubiti che i due si amino e siano destinati a un avvenire insieme, ma è solo nell'ultima pagina che lui si rende conto che non ci sono altre alternative, e finalmente si spoglia del dolore e della vergogna di essere uno qualunque e decide di amare la vita, e Sonia.

Ci sono così tanti richiami a ciò che sto provando che il mio cuore accelerava all'impazzata leggendo le vicende descritte nell'opera.
E' una di quelle volte in cui ringrazio fermamente la mia buona stella d'avermi donato una passione tanto rara quale la lettura, di non avere a noia le storie d'altri che spesso nemmeno sono state per davvero. Questo romanzo sono sicura, mi aiuterà a cambiare, e a accettare la mia croce.

sabato 13 agosto 2011

Sto avendo dei dialoghi interessanti questa estate, in particolare con mio padre.
E' bizzarro, dato che io parlo poco con i miei genitori.
Ma quando accade è per dire cose leggendarie (vai Barney Stinson).

giovedì 11 agosto 2011

https://www.facebook.com/pages/Le-Muse-Inquietanti/189122581107743


Mah, per chi volesse leggermi anche su facebook (anche suona ridicolo).

mercoledì 10 agosto 2011

Sono in grado di comprendere il funzionamento della società, le sue consuetudini e anche i suoi colpi di scena. Ma mi pare di non essere in grado di prendere parte ai suoi schemi, né fisicamente né psichicamente, è come indossassi una corazza, mi protegge e mi nasconde dalla realtà, gli occhi spalancati e le labbra serrate, io e i miei spigoli, io e i miei silenzi, capace solo di seguire le azioni altrui, quasi foste i protagonisti di un reality show mondiale ma incapace di dare il mio contributo. Io guardo la vita scorrere, le persone vivere, ed resto immobile a contare i secondi che mi abbandonano, a sentirmi sempre troppo giovane o troppo vecchia per contribuire, costretta per sempre a essere tutto ciò che odio: l’inettitudine.


Dio, oggi non ho proprio idea di come spiegarmi con lui.

martedì 9 agosto 2011

Ma eravamo vivi.





Temo che la nostra conoscenza dell'argomento "amore" sia assai misera, più di quanto sembri. Nonostante le innumerevoli discussioni e variazioni sul tema, non c'è nessuno che sappia catturare il passo successivo all'innamoramento. L'abbandono all'amore è descritto spesso e spesso ricondotto al significato di amore benchè le due fasi siano assolutamente diverse, o molto discusso è anche l'abbandono dell'amore, la frattura dell'incanto, la chiusura del sipario, il distacco. Molto piacevole è anche discettare sul dissidio interiore che provoca una passione prima o dopo che sia stata soddisfatta, ma nessuno riesce a catturare quel particolare cipiglio momentaneo che assume un volto, quella scomposizione istantanea che si traduce in risoluzione e perfezionamento, quel frangersi di onde sulla scogliera in candida spuma, quel tempo apparentemente inafferrabile dove ci si è già abbandonati e non si è stati ancora scartati o confermati, quel momento esatto in cui ci si rende conto d'esser imperfetti e concreti, ma vivi, e non più soli, quando si comprende che i confini fisici sono solo formalità dettate dagli schemi mentali con cui percepiamo il mondo, che si può essere ancora più liberi donando il nostro tempo a un altro, quell'attimo dove non c'è piu distinzione tra fingere di essere ed essere davvero, quando ci si accorge che finchè si è insieme il futuro non fa più paura.
-M.

Non sono totalmente soddisfatta e sicura di quanto ho scritto. Ci tornerò su quando sarò meno stanca.
La mia pagina facebook ricomincia a crescere. Questa è la controprova che basta piacere a chi ha già tanti fan per piacere ai tuoi nuovi fan. Che assurdità, vero?

domenica 7 agosto 2011

Notturno.

Non bisognerebbe mai e poi mai romanzare la vita di una persona che amiamo o che per troppo amore abbiamo perduto, si rischia di smussarne gli angoli caratteristici o di plasmare fattezze nuove in principio inesistenti, e insistere fino a metter su un cantiere di menzogne e omissioni, fino a smarrire la chiave di volta, il collante che rendeva quella persona un essere umano e non una caricatura ridicola.
In realtà non bisognerebbe dare in pasto mai una vita alla letteratura, c'è chi crede che scrivendo si stia consacrando un Signor Nessuno alla gloria, da Nessuno a Qualcuno in sole 200 pagine, invece lo si sta semplicemente affidando a un carcere persino peggiore del mero oblio: riservandogli una sopravvivenza fittizia nell'intricato susseguirsi dei periodi lo si converte in finzione, e se siamo già noi umani l'ombra di un'ombra di un'ombra di una imperfezione figuriamoci quanto triste possa essere divenire il prodotto del pensiero di un'ombra di un'ombra di un'ombra di una imperfezione. E' una regressione, è lo sgretolamento delle percezioni, si passa dall'illudersi di poter agire andando contro il proprio destino a fare spallucce e chinare il capo seguendo il percorso preimpostato che qualcun altro ha deciso per noi.


Pensiero da districare con maggiore accuratezza, -M.

Tra l'essere e il non essere.

Non so se sia meglio crogiolarsi nel dubbio d'avere un potenziale inespresso o schiantarsi nella certezza dell'insuccesso o peggio, del successo.
Questo pensiero è nato guardando uno stupido film su un ragazzo che diventa scrittore e dopo un programma di donne che uccidono per risentimento o in preda a un raptus.
Non so quale delle due trasmissioni abbia scatenato l'elaborazione dell'opinione, è abbastanza preoccupante.

sabato 6 agosto 2011

Tutti amano il Jersey Shore.

Voglio diventare italoamericana, farmi i capelli neri e lisci, un trucco pesante sugli occhi, abbronzarmi all'inverosimile, rifarmi tette&naso&chiappe,la lipo,gli zigomi,i fianchi, indossare abiti succinti per mettere in evidenza le mie tette di gomma nuove di bisturi, bere all'impazzata, fumare a volontà, portarmi a letto truzzoni orribili italoamericani pure loro che non hanno niente di italiano eccetto il nome (e forse alcuni modi -.-? ), avere dei coinquilini dagli addominali di ferro che scopano tutta la notte e chiamano balenottere le ragazze, avere pochi neuroni, tutti in cortocircuito, fare risse dove darle e prenderle fa lo stesso, finire in carcere per guida in stato d'ebbrezza, scoparmi i coinquilini maschi quando non ho voglia di cercare altrove, andare al mare e poi a fare la manicure, indossare pantaloncini e minigonne inguinali, la disco, le orge, le altre risse, "confessarmi" di fronte alle telecamere, fare discorsi totalmente vuoti, vivere senza un domani, con la vita tra i capelli. Voglio andare al Jersey Shore, dove tutti sono così felici e tamarri, così sventati da riuscire a sfidare con coraggio ogni notte la vita e le sue regole senza temere il giudizio di nessuno.
Attorno a me non c'è nessuno che vive davvero senza pensieri.
Ognuno annaspa intrappolato nella sua piccola tragedia mortale.
Se fossi poco poco meno in gabbia anche io ne uscirebbe un ottimo racconto.
In realtà non credo che ne scriverei, è troppo personale.
Uno non dovrebbe mai e poi mai romanzare la vita di chi ama.
Ma si finisce spesso per farlo per dare un tocco di autentico al proprio pezzo. O per pigrizia.

venerdì 5 agosto 2011

"Dai troppa importanza a tutto, è sempre stato il tuo problema"

Spiegatemi che non è così. Che non si trova il coraggio di morire quando si perde percezione del corpo e della mente. Spiegatemi che non si decide di andare incontro al Boia quando non si sente più nemmeno il dolore. Spiegatemi che è solo l'insonnia a farmi vaneggiare. Io non amo soffrire, ma non so nemmeno come non soffrire. R. dice che do troppa importanza alle cose, allora mi spiegasse come smettere di tenerci così tanto.
Non è che abbia molto da dire, io vorrei iscrivermi a Pottermore al momento, ma in qualsiasi momento mi presenti su quella maledetta Homepage non c'è mai il quesito da risolvere. Alla fine chi se ne frega di Pottermore, ma se mi iscrivessi potrei finalmente essere un mago (virtuale) :(

mercoledì 3 agosto 2011

Tutti questi cd di musica indipendente da sostenere.
Ho fatto un salto su Rockit e mi sono resa conto di come proliferino in fretta.
Non posso sul serio star loro dietro, però mi dispiace.
Quest'estate credo di star riciclando il mio amore per Parigi (probabilmente è un amore ideale scatenato dall'impossibilità di visitarla e di scoprirla sporca e miserabile, non di certo la città dei romanzi dove lo strazio e l'incanto si corteggiano di pagina in pagina) per territori sconfinati dalla bellezza naturale, verde e blu, come l'Irlanda o la Nuova Zelanda. Una mia amica mi ha anche fatto venir voglia di vedere la Scozia, in realtà ho sempre avuto una certa passione per la Scozia, Harry Potter devo dire ha amplificato il tutto.
Ieri sentir suonare la canzone dell'amor perduto mi ha portato indietro di qualche anno. A volte non si vorrebbe avere dei circuiti così funzionanti nel sistema nervoso, si rischia di impazzire. Per il resto la mia vita scorre senza particolari interessanti, ho voglia di viaggiare e di perdermi e di ritrovarmi libera, se proprio devo ritrovarmi.

martedì 2 agosto 2011