mercoledì 28 settembre 2011

Mi disegnano così (grazie alla tv per questo titolo)

A volte sorrido solo perché se non lo facessi si accorgerebbero di come sono diversa. A me non fanno ridere le ragazze che la danno via e se ne vantano. Non fanno ridere i ragazzi prepotenti, e le persone sicure di sé. Non so proprio comportarmi con le persone, ma quando sarò medico- se lo sarò- mi comporterò con gentilezza e premura. Le persone dovrebbero essere tutte gentili e premurose. Non soffocanti, ma garbate. E non dovrebbero parlare di tampax incastrati e di quante volte si scoperebbero quel particolare personaggio televisivo. Bah, poi pensano che io sia vecchia dentro, semplicemente non ho quel genere di carattere. Io so stare da sola, e se sto con qualcuno è perché voglio costruire qualcosa, non per sentirmi meno sola, è tanto sbagliato? Se questo significa essere vecchi, allora non mi opporrò all'epiteto.

mercoledì 21 settembre 2011

La psicanalisi è un modo particolare di ricongiungersi a Dio (che tu creda d'esser Dio o nella sua esistenza è lo stesso)ha qualcosa di lirico e personale che ha a che vedere solo con la confessione dei propri peccati a un parroco. C'è solo una differenza tra i due atti: confessandosi ci si presenta dinanzi a un giudice imparziale già sicuri dei nostri misfatti. Dallo psichiatra si entra convinti d'esser nel giusto e ci si congeda sentendosi immensamente più sporchi. Redimersi forse significa forse ammettere la propria colpa, sentirne il peso schiacciare le membra, non tanto ripulirsi, è piuttosto il momento in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità quello veramente necessario nell'operazione della salvezza. Ma queste sono solo le mie sciocche divagazioni. -M. E in realtà volevo solo abbracciarti e dirti che ovunque tu sia, tanti auguri. Significhi molto per me, e penso che tu ci sia, da qualche parte. Oggi è il 22 settembre, come quando ti ho visto e pure se non esisti per me esisti. Auguri.

giovedì 15 settembre 2011

In definitiva.

Mia madre dice che sin da piccola ho preferito socializzare con persone deboli e strane. Mi diceva spesso che sceglievo le persone sbagliate, che me ne stavo con gente incapace di reggere una conversazione decente, di avere abitudini normali, e in effetti non aveva tutti i torti. Non intendo con questo che i miei amici siano anticonvenzionali, non fanno niente di straordinario. Ma nemmeno facciamo cose comuni come la discoteca, i locali, le macchine, le feste a tutti i costi. Insomma, noi bivacchiamo, spesso mangiamo senza misura e beviamo altrettanto facilmente, passiamo le giornate senza un programma particolare e non necessariamente tirati a lucido, eccetto A. che ha bisogno sempre di un vestito di marca per non vergognarsi, e F. che ci tiene anche lei ma non è una fashion victim, è la musica che la tiene prigioniera. Qualche volta ci picchiamo, a vent'anni è assurdo vedere dei ragazzi che si spintonano, me ne vergogno profondamente, dovremmo darci un contegno, non siamo più bambini, ma le mie obiezioni vengono solitamente ignorate e si continua così. In realtà i miei amici sono tutti sfigati, come me. Ce ne fosse uno che si potesse definire bello nel senso letterale del termine, o che ne so, affabile con tutti, o vincente, sapete come la reginetta di bellezza o il guido da Jersey Shore. Noi siamo un gruppo di antieroi, pieni di difetti e complessi. In definitiva, siamo adorabili.

Sconvolgente.

Cos'è accaduto a Blogspot? Sono turbata.

mercoledì 14 settembre 2011

Sto per andare dal medico e cerco di non pensarci.
Non penso nemmeno all'esame a cui probabilmente mi bocceranno.
Due settimane di crisi di pianto, arginate un po' dalle gocce.
Ieri di nuovo ho pensato che volevo morire, ci ho pianto su, poi ho letto un libro in cui morivano tutti e mi sono detta che alla fine da morta non puoi mangiare, né baciare, né scrivere, non voglio morire davvero, lo dico solo per dire.
Avverto una leggera cefalea, la nausea si è impossessata di me e questo mi infastidisce visto che il colloquio sarà estenuante.
Se non scrivo più sul blog è perché ultimamente leggo tutto il tempo. Ho scoperto che si definisce questa tendenza come Bovarismo.
Quindi se volete posso consigliarvi qualche romanzo e racconto, ma non chiedetemi altro, sono giorni che mi mancano le parole e la mia massima funzione intellettiva, tolto lo studio che comunque si rivela inconcludente e la lettura che sta divenendo sterile a causa della furia con cui macino le pagine, è guardare America's Next Top Model.
Niente, solo per dire che mi ricordo di avere un blog, prima o poi riprenderò con i post totalmente inutili e superflui.
XOXO Gossip Girl
o_O

giovedì 8 settembre 2011

Un'altra storia d'amore.

Ad ogni incontro ti narro tutto ciò che mi affligge, descrivo delle disgrazie irreali da cui mi sento tormentata. A volte ho qualche pensiero lieto, un fiore che germina tra le sterpaglie, è così prezioso che probabilmente lo tengo per me, busso alla tua porta sempre con le spalle piegate in dentro, afflitta, gli occhi lacrimanti, simile a un cencio. Quando le opinioni non vanno condivise sembra di vivere in un romanzo del naturalismo francese, mi dici per smorzare la tensione perchè il dialogo tra noi sembri meno irreale. Due sconosciuti seduti accanto, ogni movimento del mio corpo dà segno di impotenza, sono rigida e pallida, vorrei scappare con ogni mia cellula, preferirei morire piuttosto che stare ferma, i tuoi occhi che indagano sul mio capo irrimediabilemte basso.
Eppure sono io ad aver chiesto un confronto.
L'unico che possa farmi così tanto male, l'unico che può farmi star bene.
Ma non è semplice dar fuoco alla propria barriacata, nonostante siano ben misere le soddisfazioni che un animo in balia di una qualche monomanìa possa provare è difficoltoso permettere a un altro di entrare nella propria pelle.
E' semplice immaginare di sfuggirle, spellarsi e scappare muscoli e scheletro che se la danno a gambe verso identità meno problematiche, ma a nessuno verrebbe in mente di invitare qualcuno a sbirciare dentro la nostra intimità, non se ne proverebbe piacere. O forse il piacere di non esser soli sarebbe talmente forte da piegarti le gambe, una sensazione di leggerezza simile da farti avvampare, rimescolarti le viscere, un'idea che fa piangere.
Per questo ti odio e ti amo, analista, mio padre confessore, tu sei La Gloria: io ti pago affinchè tu possa sobbarcarti la mia vergogna, la mia inadeguatezza.



Mezzo vero, mezzo patacca.

lunedì 5 settembre 2011

Non bisognerebbe mai usare le parole per lusingare, irretire, ferire.
Non c'è nulla di più meschino dello sporcare d'adulazione qualcosa di così prezioso come il linguaggio.
La parola è il dono più importante che abbia l'uomo, la possibilità di esprimersi e di tramandarsi.
La parola è il primo dono intellettuale che facciamo ai nostri figli, la prima cosa che possiamo far loro apprendere, che non venga dall'istinto personale.
Non dovremmo mai abusarne, mai adoperarla per fingere, per fendere.
L'unica eccezione alla finzione sta nello scrivere un romanzo, lì è concesso, d'accordo.
Insomma, il senso di questo post è abbastanza banale, comunque ci tenevo a dir la mia.

sabato 3 settembre 2011

E adesso che mi restano solo il ricordo di quelle parole, delle conversazioni interminabili che correvano sulla A14 fino a raggiungerti, mi ritrovo con un libro maledetto in cui un uomo che vuole sentirsi migliore idealizza una povera donna la cui essenza è la maternità piuttosto che la seduzione e le si accuccia ai piedi come un cane, per farsi accarezzare un po' la nuca.
Non so chi dei due alla fine qui si dimostrerà il cane, chi il bracconiere.
So che non hai avuto il coraggio di farmi fuori, ma nemmeno quello di tentare di salvarmi.
Mi hai lasciato nella foresta, con il sentore indistinto dell'abbandono, nell'umido utero di foglie e piante brulicanti, una scacchiera di ombre prepotenti, e flebili sospiri di luce. Sola ma sicura che da qualche parte tu respiravi, e io volevo illudermi di esserci ancora in quell'ossigeno che bruciava nei tuoi polmoni, ma a cosa servisse farsi male ulteriormente, questo non lo so.
Sapevo che questo libro mi avrebbe fatto ripensare a te, leggerlo è sconfortante e a tratti affascinante, non so se riaprirà la ferita o se mi scoprirò ufficialmente immune.