sabato 28 agosto 2010

MiOdio.

Capiamoci. Perchè quando un ragazzo è adolescente ha il sacrosanto diritto di rompere le palle per ogni minima idiozia e poi a vent'anni tutti dovrebbero diventare equilibrati e dimenticare il proprio passato ? O meglio, trovo fantastico accettare e superare le proprie inquietudini e risolverle in vista di obiettivi superiori, riuscire a sminuire le ossessioni stagionali ora che si hanno le lenti azzure di Kant. Ma la cosa mi disturba e mi provoca il riso. Perchè a vent'anni iniziano i veri guai. Gli alternativi, i depravati, i depressi, i tragici, tutti a vent'anni smettono le loro vesti per indossarne di pulite, addio odore di sudore e stronzate simili. Sotto, dove dovresti trovar cicatrici male rimarginate, c'è solo il pallore movimentato della pelle che perde l'abbronzatura, o, come nel mio caso, la pelle che non si è abbronzata mai. Mentre cerco di spiegare che mi sembra stupido rinnegarsi o perdere del tutto il contatto con il passato e per nulla terapeutico come si vuol far credere sotto casa qualche idiota sta giocando alla guerra, paranoica come sono penso che un proiettile entrerà dalla mia finestra come in casa di quel metallaro quarantenne che mi ricorda tanto un vecchio amico serpente, anche se sono quasi certa che fossero fuochi d'artificio. Ebbene mi deconcentravano, dovevo rendervi partecipi. Il senso del post, semmai ce ne fosse uno, è che mi sento più adolescente ora che prima. Più nichilista e tragica adesso che mai. Prima era fantastico parlare di vene che scoppiavano di sangue che sgorgava da ogni orifizio consentito solo per render gloriosa un'emozione altrimenti labile. Adesso che mi vedono tutti con il morale a zero mi dicono che l'amore mi fa male e che sono bianca e che dovrei farmi delle lampade, amano sdrammatizzare, non si rendono conto di quanto stia soffrendo. Non so dire cosa sia, so che è un cocktail di problemi. C'è chi mi invita a parlarne, chi mi accusa e si ritrova in risposta scenate assurde. E' catartico ripetere tre volte NON MI VEDI COME STO urlando mentre una macchina sfreccia quasi senza controllo, travolta dalla tua rabbia, come tutto il resto. Ma è pur sempre qualcosa su cui riflettere. A vent'anni è tutto ancora intero, ma qual è il prezzo di avere tutta la vita davanti al giorno d'oggi ? Pormi delle domande fa molto sex n the city, solo che non c'è nè sesso nè la città in questa discussione.
So soltanto che semmai qualcuno dovesse impersonare il dubbio o l'inquietudine, sarei la candidata perfetta. A venti come a centodieci anni. Forse resterò adolescente per sempre. Nel fisico non lo sono mai stata particolarmente. Anche io però ho avuto un periodo d'oro, ero tanto bella allora e nemmeno lo sapevo. Comunque ora sono stanca di scrivere cosa penso, temo non siano problemi vostri e nemmeno li vogliate leggere simili pensieri idioti senza nessun senso. Dov'è la metrica mi direbbe F ora che scrive canzoni a orecchio ma miracolosamente in metrica. Dov'è la birra chiederebbe D che oggi mi aiutava a far stupide crepes più simili ad aborti di crepes che altro. Dov'è il tuo cuore direbbe De Andrè, e a lui non saprei che rispondergli. Quando penso di aver risolto un problema mi rendo conto di averne uno peggiore che mi punta una pistola alla nuca. Io non ho una vita sociale, ho un vaso di Pandora peino di demoni da eliminare. Parlando di demoni oggi sbattono troppe porte. L'inquietudine dei romanzi gotici prima o poi riappare bluastra sulla pelle. Buonanotte buonanotte fiorellino. Chè domani è già arrivato e io sono in ritardo con lo studio.

lunedì 23 agosto 2010

FANCULO

Lo senti questo crack ? Beh, io sì. Da tanto tempo. Sta andando tutto a rotoli. Il palazzo di vetro si sta infrangendo, schegge dappertutto ti feriscono le mani, abrasioni sulla pelle e lacrime rosse. Hai presente quando una stella collassa ? implode, si digerisce, sono come i succhi gastrici ma a una temperatura superiore all’immaginabile. E la stella scaglia al di fuori gli strati superficiali, si fa più pesante, inizia cicli di espansione e diminuzione, non riesce a stare ferma. Crepe ovunque. Il silenzio che diventa una camera a gas. Non hai modo di fuggire, sei intrappolata, senti il tuo spirito liquefarsi e poi evaporare. E cosa diventi? L’eco di un passato sempre in bilico. Atrabile. Carne che sfrigola emanando un odore agrodolce. Hai presente cosa significa non volersi svegliare, preferire l’oblio, la paura peggiore diviene il porto in cui celarsi dai cattivi pensieri. Lo senti questo crack? Forse pensi sia all’esterno, invece è dentro di me. Sono io che sto morendo. Di dolore, di ansia, di disperazione, di paura. Divorata dalle incertezze. L’impasse e le tue pretese. Sono così da mesi, ma fingevo fosse niente. Non riesco nemmeno a scrivere senza piangere. Ma so di stare impazzendo. Non voglio andare in cura. Non voglio spegnermi. Non voglio essere incatenata. Devo essere come la fenice e rigenerarmi, anche a costo di soffrire ma devo farcela. Perché queste carceri sono come diecimila volte morire. Morire trafitta dagli spilli. Il tuo sangue sulla neve. I piedi rosa salmone. Lo senti attorcigliarsi attorno a te, il giorno della fine. Lo senti e chiedi quasi che ti piombi addosso, l’ansia fa più male. Non so come finirà nel frattempo non posso fingere che nel mio stomaco non stia accadendo niente. È come avere un trapano, si riversa tutto, auto digestione delle emozioni, sono un automa che cammina senza sorridere, te ne sei accorto che non rido da tanto tempo? Sono un fantoccio vuoto che vive tremando, nutrendosi di ossessioni, ma chi vuole vedere queste cose. Troppo presi a criticare e puntare il dito. Non hai fatto questo. Eccoti la mia ripicca. Trova una soluzione. Vaffanculo.
IO MI SONO ROTTA IL CAZZO.
Non posso stare così per nessuno di voi. E se significa chiudere, allora tabula rasa e si riparte da soli. Con le gambe spezzate, con le lacrime agli occhi, fiotti di lacrime di sicuro, ma io non posso vivere in balia di questo temporale.
Devo tornare a splendere. A essere la Maria di sempre. Sempre un po’ triste, ma di una tristezza naturale che svanisce alla prima battuta. Quella Maria voglio essere. Non la pazza furiosa che sono adesso. Non so che dire. Non so che fare. voglio solo finire.