venerdì 24 dicembre 2010

Inquietudine.



"In tutti questi anni non c'è stata una volta che non ti abbia vista turbata, non sei mai stata felice" mi disse la mia migliore amica, una volta.
Ho la tendenza al melodramma, e questo è certo.
Trovo piacevole fare del male alle persone che amo solo per stare ulteriormente male.
La verità è che la solitudine è l'unico sentimento che permette al proprio animo di rivelarsi per ciò che è: smantellata la diga messa in piedi dalla ragione, dal SuperIo per accordarsi ai comandamenti della morale e della "normalità", per arginare la propria inquietudine, il corpo sembra gonfiarsi di emozioni irriducibili, l'esplosione è incontrollabile, la percezione è direttamente proporzionale al grado di dolore che si ha il coraggio di provocarsi. Non è esibizionismo, è una neccessità che scaturisce da ragioni differenti. Il bisogno di essere vivi.
Non sto parlando di tagliarsi le vene, di strapparsi i capelli, di rompersi il femore. E' il conflitto con le persone da cui dipendo che mi tiene viva. Mi rendo conto di diventare maledettamente crudele quando ho bisogno di stare male. Il problema è che questa è un'arma a doppio taglio. Perchè l'aspirazione dell'uomo è essere felice. Ma per star bene con me stessa ho bisogno di sentirmi di merda.
Da questa tensione ecco originata la mia personale inquietudine.

giovedì 23 dicembre 2010

Panegirico di Messalla.

Mi innamoro delle anima di alcune persone di cui leggo scritti i testi per caso, su un blog, in una pagina facebook, in una conversazione in chat. E' bizzarro scoprire quanto sia reale il potere delle parole, come possano modificare la percezione che ho del mondo e di me stessa e soprattutto degli estranei. Ci sono persone che mi affascinano solo grazie al lessico, alla loro capacità di intrecciare predicato e soggetto, alla cadenza degli accenti nella frase. La manipolazione della mia mente non deve essere così difficile. Nel frattempo ho riletto i frammenti di Cavie in cui si parla di Cassandra Clark. E' descritta proprio come fosse Cassie di Skins. La immagino con quel viso, con quel corpo etereo, uno scheletro su cui è stata poggiata forse per compassione un sottile velo di pelle candida. Cassandra Clark, i rimasugli di un essere umano che si è salvato, non dal mondo, perchè non è il mondo a ucciderti, ma da se stessa. Siamo noi a condannarci a sofferenze e circoli viziosi fatti di traumi infantili e recriminazioni quotidiane. Siamo noi i veri aguzzini di noi stessi.
Amo Chuck Palahniuk sempre di più, rende tutto così squallido. Squallido forse è l'unico aggettivo con cui si può parlare della Natura. Non c'è alcuna bellezza nei vermi che ti crescono dentro quando inizi a decomporti. Non c'è nulla di bello nel riempire uno spazio, tra nascita e morte ci sei tu, e dopo tanti cari saluti, è di nuovo il silenzio.
La Natura è squallida e noi non siamo altro che i suoi degni figlioli. Degli orribili mostri pronti a recidersi i polsi per rendersi più visibili nella folla, a crivellare un petto di proiettili, per affermarsi o difendersi, a raccattare ogni genere di oscenità solo per alimentare ulteriormente le naturali psicosi che ci animano.
Insomma, evviva Chuck Palahniuk, profondo conoscitore delle umane genti.

Rabbia-Non di Palahniuk stiamo parlando.


Sono arrabbiata, profondamente arrabbiata.
Non riesco nemmeno a dormire la notte, per quanta bile ho in corpo.
Tra parentesi sono anche in ansia.
Sapete cosa significa frequentare medicina e dover necessariamente imparare a riconoscere i sintomi dello stress, e scoprire riportati sulla gigantesca lavagna luminosa una serie di sintomi che tu stessa manifesti?
Che poi P è proprio un idiota. Ma come si fa a scordare che oggi è il 20 ?
Evidentemente se ne frega di me, di noi, di tutto quanto.
Non per questo a me fa piacere essere a casa. Non mi sono mai sentita così estranea come ora. Vorrei studiare in santa pace, da qualche altra parte. Sì, studiare, perchè queste feste non mi porteranno altro che questo. Forse porteranno cattive notizie, e allora arriverà il momento in cui mi taglierò i polsi.
Sto scrivendo un sacco di brutalità, per chi le leggesse mi spiace tantissimo sentirmi così, eppure sono proprio fuori, ho bisogno di un analista, o di tanta nutella, se non fosse che strabordo e sono ripugnante, quindi sì, mi ci vuole l'analista.
Alterno crisi di pianto a crisi isteriche. Ho sbottato con F, rinfacciandole la sua assenza. Aveva bisogno di staccare anche lei da questo postaccio, lo so, eppure perchè proprio adesso, cazzo, perchè a Natale lei non c'è mai, perchè resto sempre sola. Sono egoista come pochi, e sono andata contro i miei principi mercificando le mie idee come se fossero panini per una ridicola pretesa di popolarità in quella bolgia idiota che è Facebook. Mi faccio schifo anche per questo.
E perchè sto perdendo tempo qui invece che studiare anatomia. Sapete quante pagine si riescono a memorizzare di anatomia in un giorno? Tra le dieci e le venti, anche se un professore diceva trenta, io per ora non sono abbastanza intelligente per farne trenta, se solo fossi capace avrei iniziato dieci giorni dopo.
Ieri ho guardato Basta che funzioni di Woody Allen, per un po' non ho pensato alla mia vita, credo che inizierò a curarmi con la televisione e queste cazzate in generale.
Ho imparato che nell'universo la cosa più veloce è la luce ( d'accordo, scontato) quindi non si può far nulla di più ragionevole se non rilassarsi ( cosa dapprima incomprensibile per me), devo provare a rilassarmi, e a diventare più cinica per metabolizzare ogni particella d'ansia e di rabbia che albergano in me impedendo in tal modo che un infarto mi porti via.

Non ho intenzione di morire prima di essermi specializzata in oncologia e aver scoperto cosa provoca il cancro.
O senza aver scritto un libro da Nobel.
E con questo Panegirico di M vi saluto, vado a guardare il programma più trash che troverò, buon pomeriggio a voi bloggers.


M.

sabato 4 dicembre 2010

.

Attacchi di pianto, rimuginare sul passato, pensare alla morte, trovare insopportabili parenti e amici, scatti di nervi, rabbia incontrollabile, panico, ansia, fame nervosa, incapacità di concentrarsi, sonnolenza, apatia.