mercoledì 3 febbraio 2010

Il vero punto.





Lei proiettava su di lui le sue migliori aspirazioni.
La poesia indefinita di una giacca nera e dei viaggi nella vecchia Russia.
E pareva diventare bella giorno dopo giorno, una cascata evolutiva che le rimescolava il fenotipo.
Dentro qualcosa le diceva che a infrangersi non ci voleva niente.
Masticava gomme americane, e sigari cubani, e dei mille accenti scozzesi che le bagnavano le labbra non sapeva che farsene quando alle sei di mattina morivano tutte le stelle. L'ecatombe la coglieva di fronte allo schermo di un computer, ed era naturale collassare sulla moquette, in sincrono, sentire il dolore perforarle l'ombelico per un amore frustrato e ossessivo che non aveva nemmeno il diritto di definire morboso. Quello sconfinava in un campo privato, non si possono rubare i fiori alla regina di cuori.
Lui parlava con una cadenza indecifrabile che la faceva sorridere. Un'ombra dai capelli lunghi che Amleto avrebbe deriso tra un monologo e un incontro spettrale. I bicchieri colmi di verità si crepavano in superficie ed era bizzarro poi incontrarsi di nuovo, dopo i pasti e santificare le feste, mostrarsi le ferite, leccare il sale, benedirsi nella tequila e nell'espiazione di un quarto di limone.
I telescopi, gli ottovolanti, i tarocchi della fortuna, e i tiri al bersaglio erano promesse intrinsecamente non mantenibili, c'era qualcosa di brumoso che affiorava dopo ogni puntata di Annozero ad accertarlo.
Però era bello lasciarsi cullare dall'indistinta sensazione della condivisione, del collettivismo, di un'amicizia che era stata solo parassitismo e scambio acrobatico di sorrisi e paure. Donarsi le ansie, l'emocele irrorato di morfina, il sangue affiorava sulla pelle, le guance si coloravano di vittoria.
Poi lo strapiombo, le luci artificiali che dardeggiavano promettendo male, i telefoni chiusi in faccia, il silenzio armato, l'ebbrezza per non sconfinare nel pianto.
Tornando a casa lei si sentiva appesantita da nuove tragedie greche e lui svuotato come dopo una sessione terapeutica degli alcolisti anonimi.
Il dramma non era tanto che Le Chatelier avesse comunque ragione.
L'accondiscendenza, la recisione dei polsi, l'accettazione del ruolo di balia, questo era il punto.

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