venerdì 16 aprile 2010

Tutto era oro.




Tu mi amavi bisbigliando vagamente. Le parole sdrucciole, la terra molle. I tuoi sguardi mi sbucciavano le vene. Le risposte immunitarie si innescavano. Cascate infiammatorie, la coca cola. Mi ricordo che con le sigarette abbiamo bruciato tutte le stelle. Lentamente, la peristalsi ristabiliva il confine tra i nostri corpi raggomitolati. In un attimo si scrostavano tutte le vertebre. Newton non ci aveva mai parlato di come fa male separarsi nelle giornate di pioggia quando vomiti a intermittenza addii senza poter aprir bocca, dai finestrini degli Eurostar che straripano, di come i cuori diventino tumefatti allo sparire della stazione, delle bombe a orologeria con cui faresti esplodere le distanze. Ma lo spazio non è stato ancora filosoficamente risolto, per ora puoi fumare una sigaretta e farti disarcionare dai giorni che s'incagliano tra i capelli, l'attesa tra le ore deluse, nella precaria certezza di una nuova alba, scrivendo di una giornata di sole trascorsa con te, dove tutto era oro anche se non luccicava.

2 commenti:

  1. "Quando sento parlare di Sessantotto e degli anni di piombo mi si ferma il sangue"

    questa frase mi ha colpito molto.rispecchia anche il mio pensiero.

    scrivi molto bene, è tutto così fluido, come uno scioglilingua.

    Luna

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