giovedì 7 luglio 2011

Amleto.







Lo spirito di conservazione è più forte di tutto il resto?
Allora perché ci condanniamo a finali tragici anzitempo?
Premeditare la propria morte, immaginare il mondo senza di noi, vedersi stesi in una bara per far la conta di quante persone si presenteranno al nostro funerale, chi non l'ha mai fatto? Ma perché vogliamo essere a tutti i costi i protagonisti di una tragedia greca? Certo, siamo più modesti dei personaggi dei grandi drammaturghi a parte quei simpaticoni che infestano le trasmissioni di approfondimento sulla cronaca nera a tutte le ore, ma in noi c'è qualcosa di sbagliato che ci porta a bruciare in continua tensione tra voler vivere e ambire alla morte più ripugnante, come se questo potesse dilatare il tempo in Avanti Noi Stessi e Dopo Noi Stessi.
Non so perché mi sia trovata qui a parlarne, stavo studiando cercando di negare l'ansia scrivendo su facebook del camion della verdura che gridava che c'erano angurie grosse come bombe a mano, mi faceva ridere il modo in cui lo diceva. E invece eccomi qui a generalizzare sul mio modo di fare, costringendovi a indossare le mie stesse perversioni, il mio stesso sciocco egoismo.

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