L’odore della pioggia oltrepassa le ringhiere, i vetri appannati, i costumi appesi, le stridule casse del televisore. Tra le bocche dei giornalisti, tra gli occhi assenti senza sguardo, nel blabla del telegiornale che riempie lo spaziotempo, scroscia a fiotti in un frastuono di grancasse, un collasso emotivo, ritornare infanti, ritrovarsi innocenti, ricadere negli abissi del liquido amniotico dagli irreali silenzi. A volte, seduta accanto alla finestra con troppa pelle esposta per non sentire freddo, annuso come una fiera in cerca di prede quella fragranza d’acqua e mattone, un groppo in gola tra le notizie che scorrono. Allora l’inquietudine è come assopita, il dolore si decolora, la panacea stilla in gocce, scivolando sul balcone a vestire la resa di un animo che per troppo tempo si è dimenato tra le ombre e che ora chiede requie.
Fa un po' schifo, è artificiosa, ma volevo scrivere qualcosa in onore della pioggia che dopo mesi si presente qui a L.
sto guardando la televisione
RispondiEliminaio il diario di una squillo per bene.
RispondiEliminacioè?
RispondiEliminaE' solo un telefilm su una escort. La cosa impressionante è vedere come tutti i suoi ragazzi accettino bene o male la sua professione, lo trovo un buon modo per staccare, e per la tua gioia lo vedo in streaming !
RispondiElimina"con troppa pelle esposta per non sentire freddo"...sta tutto qui dentro.. assaporo
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