martedì 12 luglio 2011

Se il mio cervello fosse un IPOD questo sarebbe il risultato di una Riproduzione Casuale.

E le occhiaie traballano, le pupille si stancano. I capelli si sfaldano e sciabordano nella doccia, i momenti migliori di queste giornate di EN gocce sono quelli passati a farsi la doccia, a vedersi sfiorire a poco a poco, qualche crine bianco, lo stress ha portato via anche i colori. Qualche volta quando sembra che il peggio sia passato mi stendo sul letto e sogno di locali immaginari della Parigi moderna che si chiamano Flut e hanno le porte grigie e l’insegna rossa, e sono popolati solo da ombre di persone che sorseggiano qualcosa, forse caffè perché è mattina presto. Sono tutti di spalle me compresa, tranne F, che colpevole solo di questo viene malmenata dalla cameriera, e io la guardo impotente, e torno alla vita costretta dalla sveglia, ero in fase REM cazzo, sai da quanto non mi capitava di dormire quel sonno che ti sembra di star precipitando nel fosso più profondo che la Disney abbia mai creato, tra ombrelli e mobili capovolti, e riviste di cultura e tazzine di tea e marmellate per sedare le ansie di un topino sciupato. I periodi s’allungano all’inverosimile, non mi sono mai bastate le parole, invece sono giorni di un silenzio carico e tetro, mi si rompe in gola in un pianto timido, nessuno lo può sentire perché le reazioni altrui sarebbero esagerate. Chi a gridarmi di smetterla con la tragedia, chi a compatirmi e a dirmi che se fa così male il gioco non vale la candela. Ma chi stabilisce quali sono i prezzi della merce, io confido che pur se dovessi smarrire per sempre il senso avrei comunque scelto il giusto, il mio futuro, l’unica cosa certa che ho al momento è che devo passare un inferno prima di laurearmi perché sono incapace di controllare i miei mostri, sono stupida come Pandora, ho fatto di tutto perché il vaso si schiudesse e ora non ci sono medicine o liturgie che possano lenire la mia pena, sconfinato il mio terrore. Dev’essere così che ci si sente quando si vive al centro di un ossimoro, schiacciata tra gli estremi di due contrari. A volte avrei solo voglia di avere abbastanza palle da inforcare un paio d’ali e buttarmi nella mia campagna verso il sole, probabilmente finirei anche io a bruciare come le stelle che si stanno spegnendo, ma come mi hanno insegnato è meglio scottarsi alla luce del reale piuttosto che vivere inermi con i polsi, le ginocchia, la testa fasciati anzitempo.
Se il mio cervello fosse un IPOD questo sarebbe il risultato di una Riproduzione Casuale.
-M.

5 commenti:

  1. Sono ansiolitici. Li prendo il meno possibile, ma succede sempre che almeno una volta al giorno io ne abbia bisogno.

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  2. Einsturzende Neubauten, funziona meglio.

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  3. Ovviamente ho dovuto cercare su wikipedia per comprendere cosa fosse il tuo EN. Non me ne intendo troppo di musica

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