martedì 9 agosto 2011

Ma eravamo vivi.





Temo che la nostra conoscenza dell'argomento "amore" sia assai misera, più di quanto sembri. Nonostante le innumerevoli discussioni e variazioni sul tema, non c'è nessuno che sappia catturare il passo successivo all'innamoramento. L'abbandono all'amore è descritto spesso e spesso ricondotto al significato di amore benchè le due fasi siano assolutamente diverse, o molto discusso è anche l'abbandono dell'amore, la frattura dell'incanto, la chiusura del sipario, il distacco. Molto piacevole è anche discettare sul dissidio interiore che provoca una passione prima o dopo che sia stata soddisfatta, ma nessuno riesce a catturare quel particolare cipiglio momentaneo che assume un volto, quella scomposizione istantanea che si traduce in risoluzione e perfezionamento, quel frangersi di onde sulla scogliera in candida spuma, quel tempo apparentemente inafferrabile dove ci si è già abbandonati e non si è stati ancora scartati o confermati, quel momento esatto in cui ci si rende conto d'esser imperfetti e concreti, ma vivi, e non più soli, quando si comprende che i confini fisici sono solo formalità dettate dagli schemi mentali con cui percepiamo il mondo, che si può essere ancora più liberi donando il nostro tempo a un altro, quell'attimo dove non c'è piu distinzione tra fingere di essere ed essere davvero, quando ci si accorge che finchè si è insieme il futuro non fa più paura.
-M.

Non sono totalmente soddisfatta e sicura di quanto ho scritto. Ci tornerò su quando sarò meno stanca.

Nessun commento:

Posta un commento