giovedì 15 settembre 2011

In definitiva.

Mia madre dice che sin da piccola ho preferito socializzare con persone deboli e strane. Mi diceva spesso che sceglievo le persone sbagliate, che me ne stavo con gente incapace di reggere una conversazione decente, di avere abitudini normali, e in effetti non aveva tutti i torti. Non intendo con questo che i miei amici siano anticonvenzionali, non fanno niente di straordinario. Ma nemmeno facciamo cose comuni come la discoteca, i locali, le macchine, le feste a tutti i costi. Insomma, noi bivacchiamo, spesso mangiamo senza misura e beviamo altrettanto facilmente, passiamo le giornate senza un programma particolare e non necessariamente tirati a lucido, eccetto A. che ha bisogno sempre di un vestito di marca per non vergognarsi, e F. che ci tiene anche lei ma non è una fashion victim, è la musica che la tiene prigioniera. Qualche volta ci picchiamo, a vent'anni è assurdo vedere dei ragazzi che si spintonano, me ne vergogno profondamente, dovremmo darci un contegno, non siamo più bambini, ma le mie obiezioni vengono solitamente ignorate e si continua così. In realtà i miei amici sono tutti sfigati, come me. Ce ne fosse uno che si potesse definire bello nel senso letterale del termine, o che ne so, affabile con tutti, o vincente, sapete come la reginetta di bellezza o il guido da Jersey Shore. Noi siamo un gruppo di antieroi, pieni di difetti e complessi. In definitiva, siamo adorabili.

1 commento:

  1. Si, adorabili.
    E, dalla tua descrizione, mi ricordate 1 po' me e i miei amici...

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