sabato 12 giugno 2010

C 4




Spesso la portava in giro, al parco. Una piccola foresta portatile, che si ergeva nell’asfalto. Era terribilmente sbagliato desiderare che l’acchiappasogni le impedisse di star male, ma Lilith aveva deciso di scongiurare il dolore e abiurare il buonsenso semplicemente non pensandoci.
Lui aveva un umorismo nero e la gamba continuava a fargli male. Un passato fatto di rinunce, di perdite, di persone volatilizzate. Lei voleva spiegargli che non vi era nulla di particolarmente eccezionale in un passato di merda, era condiviso da tutti, o quasi, chiunque percepiva l’abbandono in un modo differente, tutti ne uscivano sconfitti, non c’era modo per sfuggire alle cicatrici che erano state imposte dal destino, da dio, dalle navicelle spaziali da cui i primi uomini erano atterrati.
Luxor allora le rivolgeva un’occhiata tagliente. Lilith si sentiva perforare da quegli occhi. Che dopotutto non avevano nulla di speciale, ma era come venir esposti ad un microscopio, analizzati dal più ambizioso dei ricercatori. Con scrupolo e folle voglia di rivoltare tutto. A volte, passeggiando nei vicoli rinascimentali, lui le si avvicinava e le baciava la guancia con aria sperduta. Ed era giusto e naturale che così fosse, cosa poteva esserci di sbagliato in un gesto simile?
Lilith si domandava perché lei non potesse ricambiare. Quando pioveva abitavano lo stesso ombrello rosso del primo incontro, si fermavano davanti alle vetrine dei dischi, lui le indicava qualcosa che a lei interessava poco dapprincipio ma poi, per qualche motivo iniziava ad incuriosirsi.
“Sai ho una band” le disse come ricordandosene all’improvviso “ dovrei portarti a un mio concerto. Saresti la mia ombra. Non ti lascerei sola, non sei un puntino nel marasma di facce che dimentico. Lilith probabilmente se tutto fosse diverso” si fermò e ricominciò a impartirle lezioni sui migliori libri da comprare per sopravvivere ad un inverno di periferia.
Lei annuì senza voler sapere come continuasse. Dopotutto non c’era null’altro da aggiungere. Probabilmente in altre circostanze sarebbe stato tutto diverso. Lei probabilmente non si sarebbe fermata colpita da chissà quale ispirazione divina a soccorrere quel semibarbone postadolescente che si scolava birra e macinava canzoni antisociali alla luce di un lampione storpio in pieno centro.
probabilmente sarebbe passata avanti, ignorandolo e impedendosi di commentare francamente la scena. Probabilmente.
O forse avrebbe fatto lo stesso comunque. Probabile.

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