martedì 8 giugno 2010

Dissero Addio per Sempre.



Camminavano e le sigarette disegnavano i loro silenzi appena accennati. Incartapecorirsi fino a ostentare piccole crepe nell'opulenza della pioggia più cupa. Quando i lampioni abbagliavano quegli occhi così feriti da sanguinare tempesta e il sangue disegnava sulle labbra piccoli zampilli di fermezza, un rossetto che nessuna donna osa adoperare. Poi si faceva tardi e con le mani spingere verso l'infinito perchè fosse un po' più spazioso. Nel comfort dei sedili delle astronavi che puntavano quell'osservatorio per UFO che è semplicemente un paesino altezzoso cozzare labbra contro labbra in un inevitabile chiasmo. I respiri sincopati e le canzoni alla radio. Quando persero cognizione del tempo, del corpo, del pensiero per imbarcarsi nella peggiore delle missioni, panismo dell'indistino, la spazzatura del reale abbigliata di rottami e fazzoletti verdastri, stendersi e confondersi coi volantini strappati per non vedere, quelle parole che dardeggiano, quelle parole che stepitano. E' lacerante sentirsi così maledettamente vivi ed essere confinati nei propri errori, piccole celle arredate ubicate in pochi metriquadri nella mente, dove non arriva nè pane nè acqua e ci si scarnifica a poco a poco rimembrando le giornate passate a bruciare gli steli dei fiori primaverili, su fiumi inevitabilmente pesti, con gli abiti migliori e i sorrisi meno sinceri.
Parlarono velocemente, con accenti vaganti che parevano pallottole, dalle finestre li fissavano uomini già morti e le tendine a pois giallognole, lei aveva un rossetto pretenzioso, lui una maglia in cui voleva raccogliere il colore dei cieli, si bisbigliavano poesie andate a male, le utopie delle quattro di notte che sfumano nei sogni, dei televisori e degli inceneritori e dei disastri ambientali dove le spiagge sono state malmenate dalle bottiglie di vodka scagliate contro il dolore.
Si tenevano la testa, volevano dimenticare, si stordivano arricciandosi le ciglia con la salsedine e il sentore del più puro smarrimento.
Non avevano coraggio di urlare contro i tombini, per questo se la presero con il cielo.
In quel buio immondo senza alcuna ragione sparirono.
Si fissarono negli occhi per un istante e si dissero addio per sempre.

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