martedì 22 giugno 2010

Miss You P.






Mi manca gridare Show must go on mentre sfrecciamo in direzione del mare, io e te, con le peggiori intenzioni, spaventare i passanti e sconsacrare i luoghi di culto, riempirci di schifezze ipercaloriche al Mc Donald’s dove sei incapace di ordinare una maledetta CocaCola senza far impazzire i camerieri. E mi mancano le tue espressioni bizzarre. Quando allunghi le labbra. Quella faccia da bambino del terzo mondo. O i monologhi su libri, teorie senza alcuna dimostrazione reale, divagazioni pseudofilosofiche che ad un certo punto smetto di ascoltare. Mi manca abbracciarti. Starti vicino. Guardarti negli occhi. Non bisogna aprir bocca, la perfezione è nell’assenza, nel non finito, lo sapeva Michelangelo ai suoi tempi. Sai cosa mi manca ? Quando mi prendi in giro, ed il fascino con cui mi ripeti che sono una camionista. O quando sostieni che abbia il piccolo problema di russare sonoramente. Non c’è niente di più divertente che prenderti in giro mentre cerchi di fare un discorso serio. Quando davanti a quella discoteca fingevi di aver bisogno di una pasticca, ed io ero una povera passante scambiata per pusher. Quell’accento maledetto, le magliette dai colori anomali. Mi piace cambiar canzone e impedire che Battiato abbia l’ultima parola. E dopo quando ti assale la tristezza, ad ogni addio sui binari. Si piange sempre un po’, mi aiuti a caricare i bagagli io ti saluto tra tutte quelle luci, nella sera che incombe e ci allontana. I kilometri si sfilacciano. Il tempo si sfalda. Il tuo profumo no. Mi manchi. Mi manchi. Sì. Questo è il mio pensiero fisso del giorno. Sei un’oasi. Sei l’armonia. La nota che mancava al profumo affinché diventasse immortale, non passasse mai, in quel film con quell’assassino psicopatico. E se chiudo gli occhi vedo te che mi guardi, senza sorridere, senza parlare, mi sento meglio, mi dai il coraggio di riaprirli. Di essere fiera di me anche se sono uno schifo pazzesco, di non sentirmi meno perfetta degli altri. O almeno credo. Buonanotte, ti amo.

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