venerdì 29 gennaio 2010

Lemon.




Poi abbiamo finito pure le scuse. Su quel banco il ticchettio metallico delle tue scarpe da tic tac mi ha provocato una crisi di panico. L'omicidio è il finale perfetto di un film comico. Hai mai parlato con un muro per poi accorgerti che era tuo padre? Ma ci sono binari che non vogliono ritornare e pagine di libro che non si faranno mai leggere. Come quando ti domandi l'utilità che Battisti trovava nel reggere un fiore in bocca. Forse doveva testare anche lui una dentiera. Le pubblicità rovinano le proprietà magnetiche del cervello e ci risuona nelle vene una sinfonia polifonica della stessa famiglia di Nokia Tunes. Calcolami la varianza dei tuoi pantaloni a pois. Poi finirà che smetterò anche di bere per non battere ciglio all'autogrill davanti a quella collezione immacolata di dischi di De Andrè. L'arte dei musei è solo quella ufficiale. Ho letto racconti che nessuno pubblicherà mai che valgono più di parecchi romanzi famosi sul mercato. Poi mi faccio una sigaretta e penso al tempo atmosferico che non coincide con quello meteorologico, non ricordo com'era la spiegazione. Volevo semplicemente dirti che gli scudi di vetro non nascondono gli sguardi che si scontrano. Poi ti si ferma il sangue e bruciano anche le costole e tutto ondeggia al ritmo del cursore del Nintendo Wii per allenarsi a fare il pugilato. Vasco Rossi non è mai stato così prevedibile e Vasco Brondi non risponde ai messaggi su Facebook. Mi domando cosa sia successo agli aristogatti, che fine abbiano fatto. E tu mi dicevi che avremmo fatto un sacco di assurdità fino a scioglierci l'uno nell'ombra dell'altra. Poi ridiamo guardando orologi d'oro in una vetrina che si spalanca sulla città, per nasconderci dagli sguardi indiscreti delle automobili e dalle miriadi di discussioni e obiezioni e illazioni che, tu sapevi, mi avresti scaraventato presto addosso. Allora non era ancora momento, e quindi godiamoci un campari rumoreggiando a due passi dal comune. Poi ricordi, sbocciavano le viole. Ma questo De Andrè lo sapeva da prima che nascessimo, soprattutto prima che nascessi tu, era intossicamento da troppa televisione spazzatura, poi ti avvicinavi con la chitarra e mi dicevi che avresti suonato per me, non avevi idea delle note, ma avremmo improvvisato, come sempre, cosa c'era di meglio nel costruirsi la propria romanza personale tra un pacchetto di sigarette e di cioccolatini alla ciliegia. La quaresima metterà in allarme tutte le suore. Le mestruazioni la smetteranno di arrivare. E ci sentiremo tutti in croce appesi ai nostri problemi, e alle buste della spesa, mai così gialle e pesanti.Ti scrivo da dietro una coltre grumosa di pensieri, ad un tratto mi sono resa conto di non star parlando al telefono con l'ente per la tutela di consumatori di emule, è stato piuttosto imbarazzante, allora ho dovuto parlare dei problemi con i miei parenti, e delle mille porte che sogno la notte senza un particolare motivo. Potresti credere di essere anormale. Pazzo. Questo magari ti fa sentire speciale. Poi cosa vorrai ancora? Fiori? Che ne dici delle rose? E magari il premio Nobel. E cos'altro, dimmi che prendo nota. Poi ti rendi conto che l'unica cosa sbagliata in te è che sei troppo a posto, e ti ritrovi a lanciare Molotov a caso sulla folla credendo di essere in una manifestazione storica, di quelle tipicamente americane con Lincoln e la sua barba irrimediabilmente incolta, il cilindro chilometrico e tanta rabbia negli occhi perchè nessuno ha fermato quel proiettile a tempo debito. Saremo vestite da supereroi e il nostro avversario sarà il Luogo Comune, e ci renderemo conto che le sue armi sono le nostre e che forse non stiamo combattento con niente oltre che contro noi stessi.
Perchè bisogna accettare che no c'è diversità, nella distribuzione lineare di variabili continue se sommi o sottrai tre volte la varianza cumuli circa il 99.7% dell'area sottesa alla curva, e credimi, noi siamo sotto quella curva, non c'è mascara che tenga.
Poi il colesterolo trasuda dalle tue scarpe e mi viene da pensare che sì, comprerò quel fottuto rosario elettronico e andrò in chiesa e mi cumulerò allo spirito di bellezza noto a tutti come L'Oreal, e sì, fingerò di crederci per tutti voi, compreso te che meriti la bolla papale d'esilio perenne.
Sai che un sinonimo di orgasmo è climax?
Le figure retoriche sono pornografia.

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